#4 - Citazioni

"Era tanto più piccolo e più brutto, Milazzo! Dal vapore, si scorgeva il mucchio delle case sotto il Castello, la passeggiata della Marina - una Marina per ridere, dopo quella di Napoli! - il porto senza bastimenti, le case basse e povere. Per le vie, niente folla, niente carrozze, niente negozii rilucenti: le piazze vuote, tranne la fontana del Carmine, colla statua di Mercurio che aveva una cintura di latta. San Giacomo faceva pietà, dopo Santa Maria del Fiore, e quando uno arrivava dai Mulini all'Ospedale, aveva bell'e traversato il paese da una parte all'altra."
Federico De Roberto, L'illusione, Milano: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 1891, pp. 16

Affresco nei pressi del Santuario di San Francesco Di Paola a Milazzo

"Però, a poco a poco, quei sogni si fecero più rari, non tornarono più. Adesso si ricominciava ad andar fuori, anche per la povera Lauretta che stava peggio dopo quel gran dolore. Andavano ancora sulla spiaggia di San Papino, alla Tonnara, al Castello; ma passando da San Francesco di Paola tutte facevano il segno della croce e recitavano delle preghiere, perchè la povera mamma era sepolta lì. La chiesa era stata fabbricata dallo stesso Santo, tante centinaia d'anni addietro; anzi egli aveva operato un gran miracolo stirando una trave che non era lunga abbastanza: in mezzo agli affreschi del soffitto avevano lasciato una gran fessura dalla quale si scorgeva quel legno miracoloso. Il pavimento era tutto ricoperto di lapidi, ma lei girava intorno ad esse, col terrore di camminare sui morti, e arrivata dinanzi a quella della mamma, cadeva in ginocchio, a mani giunte. Come restava un giorno ammalata tutte le volte che vi andava, finirono per non condurvela più."

Federico De Roberto, L'illusione, Milano: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 1891, pp. 28

"Spesso, la notte, ella sognava di Milazzo; le pareva di ritornarvi, ma la città non si trovava più in pianura, le mura del Castello si ergevano colossali e paurose, le finestre della cattedrale bombardata risplendevano stranamente in pieno giorno, un vecchio sollevava una lapide, guidandola pei sotterranei comunicanti col sepolcreto di San Francesco di Paola - e si destava di scatto, agghiacciata e tremante. Quel sogno, per un certo tempo, tornò molte volte: e sveglia, alla luce del sole, ella pensava alla piccola città, ai luoghi dov'era trascorsa la sua fanciullezza e che non rammentava più nettamente, con un senso vago e indefinibile di terrore. Le imagini funebri non erano un funesto presagio? Ella diventava superstiziosa, tutto era tinto per lei di malinconia."
Federico De Roberto, L'illusione, Milano: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 1891, pp. 332

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